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2170. Francesco Sforza a Baldassare da Vicenza (1453 giugno 28 "apud Senigam").

Francesco Sforza esprime a Baldassare da Vicenza il condiviso suo dispiacere per il cattivo comportamento nella faccenda del denaro di suo padre. Ha scritto al commissario di Tortona, a Ludovico da Bologna e ad Antonio da Fabriano e nutre certezze che tutto presto si risolverā. Se gli fosse stato possibile di procedere diversamente, non avrebbe avuto tentennamenti per provarcisi, ma non gli č stata data nessuna possibilitā, pur sapendo che i compagni di suo padre sono in condizione di necessitā. Ha scritto a Giorgio da Nono, luogotenente di Alessandria, di far fare la scorta alle vettovaglie destinate lā dove č suo padre.

[ 461v] Strenuo dilecto nostro Baldesari de Vincencia.
Havemo recevuto la toa littera et inteso quanto ne hai scripto del cativo deportamento che t'č facto lā in lo spazamento del dinaro de tuo patre. Dicemo ch'el ne rencresce et dole grandamente et č contra ogni nostra voluntā. Nuy havemo scripto al comissario de Tertona, ad Lodovicho da Bologno et Antonio de Fabriano in modo che siamo certi che haverai prestissimo el dicto spazamento, avisandote che, quando havessemo havuto altro modo et via al spazamento de tuo padre, gli haveressemo provveduto de bona voglia, ma non č stato possibile per la granda spesa che se trovamo havere ale spalle. Che li compagni de tuo patre siano in grande bisogno et necessitā, dicemo che credemo sia como tu dice; pur nondimeno quello che non havemo possuto fare adesso, el faremo un'altra volta, como č la nostra intentione.
Ulterius havemo scripto ad Zorzo da Nono, nostro locotenente in Alexandria, che sia con quelli nostri che sonno lā, et che faza fare la scorta ad quelle victualie che se hanno ad condure lā dove č tuo patre. Data ut supra.
Persanctes.
Iohannes.