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2173. Francesco Sforza al podestà di Mortara (1453 giugno 28 "apud Senigam").

Francesco Sforza comunica al podestà di Mortara che, presa Quinzano da parte dei nemici, fu catturato il cremonese Guglielmo Ripari che era là come ufficiale e, nonostante fosse assicurato, se ne richiese il riscatto da Ambrogio, trombettiere di Giacomo Piccinino. Siccome detto Ambrogio ha in quella zona il padre e il fratello, il duca vuole che il podestà, riprenda dai due parenti di Ambrogio i quaranta ducati che lui pretese da Guglielmo, o tanto del loro che equivalga a tale somma. Ancora, dato che Guglielmo fu spogliato del suo vestito migliore, vuole che il podestà, accertato che, come corre voce, tale indumento è stato veramente mandato lì, lo si faccia restituire.

Potestati Mortarie.
A questi dì passati, havendove l'inimici nostri usurpata la terra nostra de Quinzano et trovandoseli dentro per officiale el nobile Guiglielmo de Ripari, nostro citadino cremonese, et, nonobstante ch'el fusse asegurato, pur fu preso et indebitamente rescosso per Ambroxio, trombeta del magnifico Iacomo Picinino, il quale ha el patre et el fratello in quella nostra terra, la qualcosa quanto la sia convenevole pensalo tu che li nostri subditi ne debano far guerra. Pertanto, aciò ch'el dicto Ambroxio non se ne possa avantare, et aciò ch'el dicto Guglielmo vengha ad essere restorato del suo damno, volemo et te commettemo che, subito ala receputa dela presente senza altra citacione, tu debbi constringere el patro o fratello del dicto Ambroxio ad exbursare al predicto Guglielmo quaranta ducati d'oro per altritanti ha tolti el prefato Ambroxio ad ipso Guglielmo, aut a darli tanto del suo, che valia ducati xl. Et ulterius, perché dicto Guglielmo fo spoliato de suo vestimento bene et, segondo se dice, [ 462v] esso Ambroxo gli ha mandati lì, a casa soa, volemo che tu facii vedere e sutilmente investigare et circare li dicti vestimenti e bene e, trovandose che siano del dicto Guglielmo, ge li facii restituire senza exceptione alcuna, exequendo queste cose in persona et ad instantia del prenominato Guglielmo o de qualunque suo messo presente portatore. Et circha ciò portarate con tale diligentia che più non habiamo cagione de repplicare altre nostre littere. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.