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2183. Francesco Sforza ad Angelo Simonetta (1453 luglio 2 "in Burgo et contra terram Gaydi").

Francesco Sforza vuol che Angelo Simonetta cerchi di soddisfare la richiesta di dieci armature fattagli da Graziolo da Vicenza; si trovi con Antonio Missaglia e ser Antonio Longo o con altri.

[ 465r] Angelo Simonete.
Ne scrive Gratiolo da Vincenza, nostro conestabile, che l'ha bisogno de dece armature per li suoi de casa soa, et ne prega gli le vogliamo fare dare. Per la qual cosa volemo che tu atrovi con Antonio del Messaglia et con ser Antonio Longo, o con che pare a te, prendendo quello partito che te parerà per fargli dare le dicte armature fornite, et circha ciò usali ogni toa diligentia per farglele dare, perché, havendo sostenuto tanta sodisfatione como ha per nuy, gli ne compiacemo voluntera. Data ut supra.
Bonifatius. Iohannes.
Si è scritto, come sotto riportato, per Consiglio per il fatto di Barbiano: Al Collegio dei giudici di Pavia e a quattro dei suoi principali dottori e al sindaco, Al collegio dei giudici di Milano, nonché a Franchino e a Guarniero, consiglieri, etc.
Ai signori del Consiglio di giustizia di Milano.
Scriptum fuit, ut infra, pro Consilio havendo pro facto Barbiani: Primo colegio iudicum Papie necnon quatuor ex principalioribus doctoribus ibidem ac sindicho ibidem, Item colegio iudicum Mediolani necnon domino Franchino et Guarnerio consiliariis, et cetera, Item dominis de Consilio iustitie Mediolani.
Per la vertenza sorta tra il duca di Modena nonchè marchese di Ferrara e il duca di Milano a causa del territorio e della giurisdizione di Barbiano, località prossima a Cotignola, il duca manda ai membri dei succitati Consigli il suo cancelliere Alessandro Ubertario con la documentazione in merito in possesso di entrambe le parti per sapere il parere degli interpellati sulla sorte che avrebbe la vertenza portata in giudizio.
L'è nasciuta certa differentia tra lo illustre signore ducha de Modena et marchese de Ferrara per una parte et nuy per l'altra, per casone del territorio et iurisdictione de Barbiano, vicino e contiguo a Cotignola, como per ser Alexandro Ubertario, nostro cancellere, quale mandiamo per questa casone et per le copie dele scripture è rasone tanto del'una parte quanto del'altra, sareti informati et vedereti. Et perché havemo questa cosa molto a p(e)cto e grandemente ne grava et per lo honore et interesse nostro et molti altri respecti, havemo deliberato far vedere et cognoscere con ogni maturità et diligentia le dicte scripture, tanto nostre, quanto del'altra parte, e intendere giaramente se, mettendose questa cosa (a) in littigio de ragione, la podessemo obtenere, et in specialità rehavere el vostro iudicio et consiglio in scripto sopra questa materia, et così ve confortiamo et pregamo che per nostro respecto et complacentia vogliate pigliare questo affanno et caricho de mandarne el vostro consiglio et iudicio in scripto sopra de ciò autenticho, et con quella celerità et presteza che sia possibile, a singulare piacere nostro et contentamento da vuy tucte. E sopra el tucto crederiti al dicto nostro canzelero quanto ala nostra propria nostra persona, tenendo questa cosa secreta et celata per ogni modo, siché non possa pervenire a noticia dela parte nostra contraria. Et sopra ciò habiate bona advertentia. Data ut supra.
Ser Alexander Ubertarius.
Cichus.

(a) Segue se la depennato.