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2189. Francesco Sforza a Luchina dal Verme (1453 luglio 3 "apud Gaydum").

Francesco Sforza scrive a Luchina dal Verme sulla fuga di soldati dalla compagnia di Taddeo dal Verme, e ciò con grave danno al ducato. Per tal motivo, sapendo che Luchina deve ancora a Taddeo quattrocento ducati, la sollecita a darglieli per consentire a Taddeo di rimettersi in sesto e al duca di avvalersi nuovamente di lui.

Suprascripte magnifice domine Luchine.
Como haveriti inteso sonno fugiti novamente dal strenuo Tadeo del Verme ben decesepte homini d'arme et andati dal signore Guiglielmo; per il che ne venne desfacto et nuy anchora ne venemo ad supportare danno assai, perché non se possiamo valere d'esso Tadeo. Et perché esso resta ad havere da vuy quatrocento ducati, come luy ne dice, non possiamo fare, essendo nuy desiderosi che se remete in puncto, che non ve scrivemo in comendatione soa. Per la qual cosa ve confortiamo et pregamo vogliati pagarli dicti quatrocento ducati senza veruna [ 466v] exceptione né demora, acioché subito se possa remettere in puncto, sì per l'honore et bene suo, quanto etiam per lo utile nostro, acioché se possiamo valere de luy. Et circha ciò non vogliati fare veruna exceptione. Data ut supra.
Bonifatius.
Iohannes.