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2193. Francesco Sforza al commissario di Tortona 1453 luglio 7 "apud Gaydum".

Francesco Sforza comunica al commissario di Tortona che, fin dallo scorso anno, furono in città uomini d'arme di Luchina dal Verme per fare scorta e guardia a beneficio di quella comunità. Per vivere detti uomini hanno impegnato armi e cose loro, per cui il duca ritenne doveroso scrivere, a febbraio, al commissario e al podestà che facessero riscuotere dai cittadini detti pegni. Non essendo avvenuto ciò, vuole che il commissario intervenga perché la comunità riscatti i detti pegni.

Commissario Terdone.
Foreno lì a Terdona, del'anno passò alcuni homini d'arme dela magnifica madona Luchina dal Verme per fare scorte e guardie pur in beneficio de quelle comunità, li quali, per loro vivere, foreno constrecti impignare alcune arme et sue cose, et parendone cosa ragionevele che quella comunità se dolese de quelle spexe, attento che quelli homini d'arme erano andati lì per sua commodità, scripsemo là al commissario et podestà per nostre lettere, date primo februarii proximo passato, che facesseno per dicta comunità rescotere et rendere li suoi pigni a dicti homini d'arme. Et perché fina mò non gli sonno restituiti, volemo e te commettemo che tu adapti la cosa con tal ordine e modo che dicta comunità rescoti e facia restituire a dicti homini d'arme li loro pigni, e più de questo non habiamo a scrivere, perché altramente dicti homini d'arme non potriano venire in campo a servire como fanno li altri. Data apud Gaydum, die vii iulii 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.