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2202. Francesco Sforza a Pietro da Lonate, commissario, Raffaele Zaccaria, podestà, a Francesco Cagnola, referendario di Tortona, a Ludovico da Bologna e ad Antonio da Fabriano (1453 luglio 8 "apud terram nostram Gaydii").

Francesco Sforza prospetta a Pietro da Lonate, commissario, Raffaele Zaccaria, podestà, a Francesco Cagnola, referendario di Tortona, a Ludovico da Bologna e ad Antonio da Fabriano, famigliari ducali, alcuni quesiti propostigli dagli ambasciatori della città di Tortona e le soluzioni da lui date. Alla pretesa di Baldassarre, figlio di Graziolo da Vicenza, che la città saldi i conti dell'osteria lasciati in sospeso dalla truppa, il duca obietta che, siccome la città non è debitrice, nulla deve. Per il richiamo fatto a luoghi che un tempo contribuivano con la città, come Vo, Monbisagio, Torre e alcune castellanie, la risposta ducale è che si osservi l'usato. Alla lamentela per le molte condanne degli uomini di Viguzzolo non eseguite, si risponde di mandarle ad esecuzione. Per i molti che accampano esenzione da contribuzioni, il duca ricorda che esenti dal carriaggio sono solo coloro che hanno dodici figli.

[ 469r] (a) Nobilibus et circonspecto viro Petro de Lonate, commissario, Raphaeli Zacharie, potestati, Francisco Cagnole, referendario civitatis nostre Terdone, necnon Lodovico de Bolognia et Antonio de Fabriano, familiaribus nostris dilectis.
Quella comunitate nostra de Tertona ha mandato qua da nuy duy soi ambassatori ad exponere più cose per li facti loro, fra le quali ne hanno exposto pregando che, havendo loro satisfacto al magnifico Bartholomeo Coleono per tanto como gli tocha per la rata loro deli guastatori et opere sonno facte ala fortificatione de Pozolo, vogliamo provedere che non pagino per gli altri che sonno stati renitenti, quello che esso magnifico Bartholomeo gli rechede mò de novo. Per la qual cosa, attesa la soa domanda essere licita et honesta, ve commettimo et volemo che debiati intendere quanto monta la spesa deli dicti guastatori, et trovando che la citate habbia satisfacto, como loro dicono, volemo che non la lassati più artare ad altro pagamento, ma volemo che astringati quelli che se trovassero essere debitori ad fare integramente el dovere loro, in modo che esso magnifico Bartholomeo vengha satisfacto del dovere suo.
Apresso ne hanno dicto como Baldesarre, figliolo de Gratiolo da Vincenza, gli rechede gli siano pagate le spese de molte boche quale luy ha tenuto nel'hostaria per la executione deli suoi dinari, le quali boche sonno a grande numero, pregandone vogliamo providere a questo, perché asai maiore seria la spesa che non sonno li dinari che se deveno pagare. Per la qual cosa, parendo a nuy questo essere inhonesto, ve dicemo che non li lassati artare la dicta comunità ad pagare le dicte spese, se non solamente per octo o dece boche, como per altre nostre nuy scripsemo, et non altramente. Item ne hanno pregato perché gli sonno molti lochi del Terdonese como è Vo, Monbisagio, la torre et li castellanie che solevano per lo passato contribuire insieme con la cità, che mò voriano essere separati; vogliamo provedere che contribuiscano come solevano, per il che ve comendiamo che, essendo così, provediati che dicti lochi, et ogni altro che volesse fare altramente, respondano con la dicta citate secundo l'usato. Item ne hanno pregati perché molte condemnatione sono facte al'homini de Vigazolo et de altri lochi, quali non sino exequite, vogliamo provedere che siano mandate ad executione, per la qualcosa siamo contenti, parendo a nuy ragionevele le faciate mandare ad executione, item tamen che a nyuno non sia facta iniustitia, acioch'essa comunitate se ne possa valere secundo l'usitato. Item perché sonno molti che se vogliono schivare de pagare li carichi occurrenti in quella cità sub pretesto d'essere exempti, ne hanno pregato vogliamo provedere che ogniuno contribuischa acioché la comunità non remangha in tuto desfacta, per la qual cosa, parendo a nuy honesto che li carichi vadano partiti et sortiti equalmente, ve dicemo et [ 469v] così ve comandiamo che non debiati perschivare veruno, et sia che se voglia, exempto dale tasse né dal caregio, nonobstante alcuna cosa in contrario, se non quelli che hanno li dodece figlioli, quali et per gli ordini vegii et per ogni raxone pare a nuy siano exempti. Item per più vostra chiareza dicemo che non esse(re) debitrice quella comunità deli dinari debbe havere Gratiolo, non volemo debia pagare veruna spesa ale dicte octo o dece boche de Baldesarre, ma essa spesa faritela pagare per quelli che fossero debitori. Data ut supra.
Bonifatius.
Iohannes.

(a) Precede l'intestazione die suprascripto.