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2205. Francesco Sforza al vescovo di Tortona 1453 luglio 9 "apud Gaydium".

Francesco Sforza esprime al vescovo di Tortona ilsuo stupore per le difficoltà che solleva nel pagare i cinquanta ducati del bue e i trenta dovuti per l'abbazia di Sant'Alberto, somma assegnata a Bartolomeo da Bologna e a Bartolomeo da Messina. Si stupisce che si comporti così proprio lui, che dal duca ha ricevuto grazie e umanità: dovrebbe essere il primo dei prelati a dare ogni aiuto, consapevole dei bisogni ducali. Voglia, quindi, versare subito tali danari, come anche lo solleciterà Pietro da Lonate, commissario ducale, perché, altrimenti, ne avrà peggior danno.

[ 470v] Reverendo in Christo patri dilectissimo nostro domino, Dei gratia episcopo Terdonensi.
Non senza admiratione habiamo inteso quanto la vostra paternità se faza molto difficile in volere pagare li cinquanta ducati del bove et li xxx per l'abacia de Sanctalberto, delli quali vuy ne sete debitore, et li quali sonno assignati a Bartholomeo da Bologna et Bartholomeo da Missina, perché ne pare, quando ogni altro prelato del paese nostro volesse essere difficile nel dare adiuto, vuy deveristi per ogni via et modo circare adiutare et non farse difficile, maxime essendo debitore, como vuy sette, attendendo ale piacevoleze, gracie et humanitate, quale habimo usato verso de vuy cha verso veruno altro prelato. Per la qual cosa, credendo nuy che quando bene non ne fosti debitore, vuy ne dovesti adiutare in questi nostri presenti bisogni per poderse valere d'essi nostri conestabili, ve confortiamo et pregamo vogliate subito pagare dicti dinari senza alcuna dimora, como per parte nostra ve instarà Pedro de Lonate, nostro comissario, et per l'amore che ce portate non vogliate fare sopra questo dilatione, né veruna altra exceptione, avisandove che quando in questo vuy usasti negligentia, a nuy faresti cosa assai molesta, et a vuy ve ne seguirà spesa et damno per respecto che venerà lì el cancellero d'essi fanti, ad starci ale spese vostre cum qualchi fanti.
Data in nostris felicibus castris apud Gaydum, die viiii iulii 1453.
Bonifatius.
Iohannes.