Registro n. 12 precedente | 2222 di 2324 | successivo

2222. Francesco Sforza a Evangelista Savello (1453 luglio 12 "apud Gaydum").

Francesco Sforza esprime a Evangelista Savello il suo sconcerto per non avere egli ancora ricevuto il danaro spettantegli: ha, come gli confermerà il famiglio ducale Gentile dalla Molara, sollecitato Milano che gli inviino celermente il dovuto, mentre da parte sua si rechi altrettanto prontamente con la sua compagnia ad Alessandria.

Evangeliste Savello.
Molto ne è rencresciuto et doluto che anchora non sii expedito del tuo dinaro, como fu sempre de nostra intentione, sì per lo debito sì anchora per poterne operare in li nostri servicii, il perché de novo havemo scripto et mandato a dire ad Milano quanto bisogna per la celere expeditione vostra, como intenderiti da Gentile dala Molara, nostro fameglio, presente portatore. Il perché ve confortiamo, caricamo et stringemo quanto più possemo et sapemo che, se ala recevuta de questa non fossevo andato cum la compagnia vostra ad Alexandria, vogliati subito andar lì, como per nostra parte eciamdio ve dirà Gentile dela Molara, al quale crederiti como ad nuy medesmi. Data ut supra.
Iohannes.