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2226. Francesco Sforza al castellano e al podestà di Vigevano (1453 luglio 12 "apud Gaydum").

Francesco Sforza vuole che il castellano e il podestà di Vigevano restituiscano a Simone da Spoleto, famigliare ducale, Giovanni Giacomo, il ragazzo che da anni Simone alleva e tornato a casa e senza il ragazzo Simone non può cavalcare per i servizi ducali. Il duca vuole che castellano e podestà convincano il genitore a consentire che il figlio ritorni da Simone e, non volendo, glielo riaffidi fino a quando non avrà trovato un suo sostituto.

Castellano et potestati Viglevani.
Ser Simone da Spoleto, nostro carissimo familiare, ha alevato già duy anni passati e più uno garzone de quella terra, giamato Iohanne Iacomo, studiandose continuo insignarli virtute e boni costumi, e già l'haveva asay bene reducto et amaystrato, et novamente è acaduto che, siando el garzone caduto in uno errore et per volerlo corregere dicto ser Simone, se è fugito et, como siamo informati, è venuto a casa, como più pienamente seriti informati dal presente portatore. Et perché in questi tempi, non se siando altramente provisto dicto ser Simone, gli seria grandissimo sinistro, anci non potria cavalchare in li nostri servicii, como gli accade ogni dì, volemo e ve commettemo che debiati fare consignare dicto garzone al presente portatore, confortando el patre et tucti quelli hanno a regere dicto puto che gelo diano voluntera.
Et quando non gelo volesseno dare per più tempo, almancho gelo diano fina tanto ch'el se ne trovi un altro. Et super omnia fatigelo restituire, omni prorsus exceptione remota.
Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.