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2236. Francesco Sforza al podestà e al castellano di San Colombano (1453 luglio 15 "apud Gaydum").

Francesco Sforza rammenta al podestà e al castellano di San Colombano di avergli ordinato di restituire, con la sua roba, il ragazzo scappato al suo famiglio Babor. Gli ripete il precedente ordine, considerato quale danno sia per un uomo d'arme non avere un ragazzo. Se fosse stato sequestrato da qualcuno, ne imponga a costui la riconsegna.

Potestati et castellano Sancti Columbani.
Ad instantia de Babor, nostro famiglio, al quale fugì, già più dì passati, uno suo regazo et capit(at)o lì cum certa sua robba, te scrisemo che gli dovesti fare restituire con la dicta sua robba, et pare non l'habii facto, secundo da luy havemo inteso, del che ne maravigliamo. Et perché el stare senza regazo ali tempi presenti è troppo grande danno et disconzo ali homini d'arme, ve comandiamo (a) et volimo che gli faci restituire dicto suo regazo con dicta sua robba et cose liberamente, et se alcuno fosse lì che havesse trafugato dicte robbe et regazo, volimo che astringi dicto tale ad consignar lo predicto regazo et robbe, siché nulla gli mancha. Data ut supra.
Bonifatius.

(a) In A comamandiamo.