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2242. Francesco Sforza al podestà di Pavia (1453 luglio 17 "apud Gaydum").

Francesco Sforza comanda al podestà di Pavia di andare con un notaio del suo giudice dei malefici nel castello, ove Bolognino detiene un individuo delle Gerole implicato nel trattato per la cessione di quel territorio a Guglielmo del Monferrato. Esige che a tale interrogatorio non assista nessuna altra persona e, alla sua conclusione, il notaio se ne torni subito da lui con il verbale.

Potestati Papie.
Novamente s'é scoperto uno tractato quale menaveno alcune dele Gerole de dare quella terra al signor Gullielmo, delli quali ne è preso uno, qual'é in mano del Bolognino, nostro castellano li. Pertanto ve commettemo et volimo che, havuta questa, insieme vuy con lo notaro del iudice vostro del maleficio andate alo castello con le alligate, quale scrivemo al Bolognino, che ve lasse examinare quello tale delle Gerole, il quale examinati molto bene, ala cui examinatione non siano presenti altri che vuy et il dicto notaro et nissuna altra persona ne sapia niente, et sia che se voglia, perché credemo questo tractato non solamente fosse delle Gerole, ma habia più longa coda.
Ita che sapiati tucti quelli erano in questo tractato, tanto a quello loco, quanto alli vicini, et tucto quello deviano fare et che nessuna altra persona ne saprà niente. Poi mandati qui da nuy subito dicto notaro con la dicta examinatione in scriptis, il quale vegni prestissimo. Data ut supra Zanectus.
Cichus.