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2251. Francesco Sforza a Gaspare da Sessa (1453 luglio 19 "apud Gaydum").

Francesco Sforza comunica a Gaspare da Sessa che i Rettori di Bergamo e alcuni cittadini hanno denunciato che i suoi uomini, incuranti del salvacondotto ducale, hanno preso un ragazzo chiamato Michele, figlio del medico Guido da Carrara, che andava a Mapello con un cavallo di Troiolo Arcamone che aveva mandato un suo figlio infermo a Bergamo in casa di Guido per essere curato. Il duca, dicendosi dispiaciuto, anche perché aveva concesso il salvacondotto per compiacere al Colleoni, vuole che si liberi il ragazzo con il cavallo e con la sua roba.

Gasparri de Suessa.
Per lettere deli Rectori de Bergamo et anche d'alcuni citadini e comunità de Bergamo che novamente alcuni deli tuoy con altre gente sonno corsi nel piano di Bergamascha e contra la fede data per nostro salvaconducto, hanno preso uno puto fra gli altri giamato Michaele, fiolo de maestro Guido da Carara, medico, quale andava a Mapello suso uno cavallo de Troyolo Archamone qual, con nostra bona licentia, haveva mandato uno suo fiolo infirmo a Bergamo in casa del dicto maystro Guido per liberarlo; dela qual cosa troppo ne siamo maravigliati de chi ha consentito a questo, e se ne dolemo ultramodo, cossì per l'honor nostro, como eciamdio per contemplatione del magnifico Bartholomeo Cogliono a contemplatione del quale havevamo conceduto dicto salvaconducto. Et perché siamo informati che dicto puto è conducto lì per Sgraveto, tuo compagno, volimo che subito, ala receputa de questa, senza veruna exceptione per quanto tu hai caro l'honore nostro, facii relaxare el prefato puto con il cavalo et ogni altra robba senza manchamento d'uno ponctale de stringha et senza alcuna talia. Et a questo non aspectare altre nostre littere, perché troppo ne rencreseria. Data ut supra Ser Iacobus.
Cichus.