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2259. Francesco Sforza al commissario di Tortona e a Ludovico da Bologna (1453 luglio 21 "apud Gaydum").

Francesco Sforza comunica al commissario di Tortona e a Ludovico da Bologna le lamentele degli uomini di Viguzzolo per il carico dei cinquantasette invece dei cinquanta convenuti e per la richiesta quattro lire imperiali, quando i confinanti ne pagano tre e mezzo. Il duca dispone di ridurre la loro tassazione secondo il giusto, con l'avvertenza che non si tocchi quanto dovuto al Colleoni.

[ 484r] Comissario Terdone et Lodovicho de Bononia familiari, nostris dilectis.
Ha mandato a nuy la comunità de Vigozolo ad agravarse delo excessivo caricho dele tasse dei cavali a loro datti, non servata alcuna equalità né honestà, alegando che per dirito e iusto compartito de cinquecento cavali tocasseno ad Terdona e Terdonese, non gli tochariano più che cinquanta cavali ad non volerli far torto, et nunc ne hanno cinquantasette, benché dicono che quelli sete più non gli foreno dati per tassa ma per alcuni pochi dì, e pur gli sonno remasti aIe spale con loro grande graveza, como da loro più stisamente intenderiti da loro; sì como anchora che loro sonno rechiesti pagare libre quatro imperiali, et che li loro vicini circunstanti non ne paghino se non tre e meza, rechiedendone finalmente che vogliamo provedere ala indenitate soa e non lassarli in pegiore condictione che li altri. Il perché, parendone la soa rechiesta meritare provisione perché è iusta et ragionevelo, volemo et ve commettemo che debiate diligentemente intendere le loro ragione e le cagione del suo gravamento, così circha le tasse delli cavali, como eciamdio del pagamento; et trovando che siano gravati a torto et preter la equalite, volimo che iustamente gli reducati al'equo et honesto ita et talmente che più non habiano cagione recorrere a nuy per questa cagione, non intendendo per modo alcuno che per questo se impazi el dovere del magnifico Bartholomeo Colione. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.