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2262. Francesco Sforza a Corrado da Fogliano (1453 luglio 21 "apud Porzanum").

Francesco Sforza ricorda al fratello la restituzione di quanto chiesto dai Bergamaschi e imputando alla sua leggerezza gli eccessi compiuti dai suoi lo invita a richiamarli agli ordini riparatori.

Magnifico Corado de Foliano, germano nostro.
Tu vederai per le alligate lettere del conte Iacomo et per le lamente fanno quelle de Bergamascha quanto mancamento ne seguirà al'honore nostro e quanta fede se potria a modo dare a (a) li nostri salviconducti che non gli remediasse con debito restauro.
Credemo firmamente che, credendo tu ali tuoi più che non bisognaria perchè circhano fare più el facto suo che la conservatione del'honore nostro, gli habii lassato transcorere in tali errori e mancamenti li quali non intendemo per modo alcuno comportare, anci volimo per ogni modo et per quanto tu hai caro lo honore nostro che subito [ 486r] tu facii restituire le cose tolte, contenute in la lista alligata, senza mancamento alcuno. E non acceptare questo nostro scrivere per cosa vulgare, ma per speciale e singulare, la quale sopra modo havemo a core, e mai non sarimo contenti fina tanto non siamo avisati che tu habii provisto ala restitutione d'ogni cosa tolta. Sichè non aspectare altre nostre lettere sopra ciò, ma provedeli in modo che più non habiamo cagione de scriverte sopra questa materia. Data ut supra, die xxi iulii 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) Segue modo depennato.