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2263. Francesco Sforza al fratello Corrado (1453 luglio 21 "apud Porzanum").

Francesco Sforza averte il fratello Corrado che la vicenda bergamasca si è agravata:un ambasciatore da Bergamo si è portato in campo veneziano da dove gli ha scritto insieme con Giacomo Piccinino. Provveda che soprattutto sia fatta ogni restituzione e lo informa che detto ambasciatore si porta per tale motivo da lui. Gli raccomanda buona accoglienza e assicurazione del rispetto dei salvacondotti, e in particolare un attento ascolto di quel che concerne quelli di Osio. nella "copia dele robarie" si legge: "foreno presi parechii presoni e bestie dela terra de Osio e conducti a Lodi."

Suprascipto magnifico Conrado.
Benchè hozi per altre nostre lettere del conte Iacomo Picinino et cum le querelle fanno Bergamaschi, ligate a quelle, et crediamo, attenduta la instantia te havimo facta per l'honore nostro, già haverai dato ordine e modo ala restitutione dele cose tolte indebitamente sotto la fede del nostro salvoconducto, pur poi, essendone più agravato el caso e venuto uno ambaxatore da Bergamo in campo dela signoria de Venetia per questa cagione, et scritone asieme con il conte Iacomo quanto tu vederai per le alligate, te replicamo et carichamo per quanto tu hai caro l'honore nostro che, postpositis omnibus, tu attende a tale restitutione, avisandote ch'el dicto ambaxatore, asegurato da nuy, vene lì da ti per questa cagione, al quale, con bono effecto, volemo che monstri la dispositione nostra essere che li nostri salviconducti siano servati pure, mere et simpliciter e sul liberale. E quanto ala parte de quelli da Oxo intenderay quanto vorrà alegare e, segondo la dispositione del nostro salvoconducto, faray in tal modo circha la restitutione che legitimamente non se possa lamentare, anci retorni contento et satisfacto. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.