Registro n. 12 precedente | 2265 di 2324 | successivo

2265. Francesco Sforza a Francesco Rota (1453 luglio 21 "apud Porzanum").

Francesco Sforza scrive a Francesco Rota e oratore bergamasco assicurandolo essere a conoscenza delle reazioni bergamasche per le violazioni del salvacondotto ducale compiute da alcuni suoi stessi uomini. Lo informa di aver scritto al fratello Corrado di avere come prima sua preoccupazione la restituzione di quanto è stato tolto alla gente bergamasca. Per testimoniargli la personale sua (duca) "bonissia dispositione" gli manda un salvacondotto di andata e ritorno a Lodi.

Francisco de Rota, civi, et oratori Pergamensi.
Havemo recevuto le vostre littere circha le querelle fa la comunità de Bergamo dele cose dicono esserle tolte indebitamente et contra la dispositione del nostro salvoconducto. Ale quale respondendo dicemo che havendone già prima havuto noticia, como quelli che più ne rendemo malcontenti che homini del mondo, se così è, havemo scripto per nostre dupplicate littere a Conrado, nostro fratello, per modo che credemo che già haverà dato el modo e forma ala restitucione. E perché siate più giaro dela nostra mera, pura e bonissima dispositione circha ciò, ve mandiamo uno salvoconducto per lo vostro andare a Lodi e ritornare. Et replichemo al dicto Conrado che non attendi ad altro che ale cose indebitamente tolte, e potrite intendere la cagione dela prexa de quelli da Oxo. E finalmente retornariti satisfacto e contento segondo el tenore e la substantia del nostro salvoconducto, el quale intendemo sia observato ad unguem senza alcuna sinistra interpretatione. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.