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2275. Francesco Sforza a Zanino de Barbatis 1453 luglio 23 "apud Gaydum".

Francesco Sforza rimprovera Zanino de Barbatis da lui sollecitato a raccogliere danari, ma che nulla ha fatto e, conseguentemente, si è ben guardato di farsi vedere. Gli ripete, perciò, lo stesso ordine con il relativo obbligo di portarsi, a raccolta effettuata, immediatamente da lui, perchè detti danari sono destinati, come da promessa fattagli, a Tiberto, che grandemente necessita di finanziamenti.

[ 490r] Zanino de Barbatis.
Te commetessemo, et così te scrivessemo che con ogni sollicitudine recerchasti de retrare suxo quelli dinari, et più, che te fosse possibile et puoi che te ne venisse da nuy, et non sei venuto, dela qual cosa non pocho se maravigliamo, et ne pare che circa ciò usi grande negligentia. Per la qual cosa de novo te repplicamo et dicemo che subito procuri de havere dicti dinari, et senza demora venire qua da nuy, avisandote che, non sollicitando questa cosa, la imputaremo a toa negligentia, et credimo che sii andato là ad solazo et non per tornare. El magnifico messer Tiberto, al quale havemo promesso dicti dinari, sta in grande necessitate, et ogni giorno lo tenemo in speranza; sichè non gli perderai tempo alcuno. Data ut supra.
Bonifacius.
Cichus.