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2276. Francesco Sforza, a Pietro da Lonate, a Raffaele Zaccaria e a Francesco Cagnola, referendario di Tortona 1453 luglio 23 "apud Gaydum".

Francesco Sforza, ricevuta la lettera di Pietro da Lonate, di Raffaele Zaccaria e di Francesco Cagnola, referendario di Tortona, esprime loro la delusione per la resistenza opposta da Graziolo da Vicenza ad abbandonare la città. Gli scriverà su ciò nuovamente certo di essere ascoltato. Quanto alla opposizione dei cittadini nel pagare la tassa di giugno dovuta a Colleoni, il duca si dice convinto che se i cittadini saranno resi consapevoli che ciò è indispensabile, si indurranno a pagare la tassaa.Si dice poi disposto a mandare un suo uomo fidato con dieci fanti alla guardia della cittadella, ma non intende inviare un altro castellano al posto di Graziolo al quale conferma la fiducia.

Petro de Lonate, Raphaeli Zacharie et Francisco Cagnole, referendario Terdone.
Havemo recevuto la vostra littera de dì xviii del presente per la quale restiamo avisati della renitentia ha usata Gratiolo da Vincencia, et usa, in non volerse levare de lì, et così dela lamenta fanno quelli nostri citadini delle graveze loro, et cetera. Al che respondendo ve dicemo, primo, ala parte del dicto Gratiolo, che molto se maravigliamo che, essendogli stato scripto tante volte, luy non se sia partito da lì, et molto ne rencresce deli portamenti soi ha usati in quelle parte, al quale de novo gli scrivemo in modo che non dubitamo, subito et senza dimora se leverà de lì con tuti li suoi, recevute queste nostre ultime lettere, se ala recevuta d'esse non se serà levato, et se ne anderà in Alexandrina.
Ala parte che li dicti citadini dicono che per le loro graveze infinite non possano pagare la tassa del mese de zugno al magnifico Bartholomeo Coglione, secondo che è stato ordinato, dicemo che siamo certi che le dicte graveze loro siano maiore che non dicano, ma se loro amano el bene del stato nostro, è necessario, e così volimo omnino paghino la dicta taxa ordinata al dicto Bartholomeo. Sichè vedete de indure essi citadini per quelli megliori modi ve parerano che restano pacienti a pagare la dicta taxa.
Ala parte del ricordo ne fatti che vogliamo mandare lì uno delli nostri fidati [ 490v] cum dece fanti ala guardia della citadella e un altro per castellano per lo dubio haveti de Gratiolo, dicemo che nuy se fidamo del dicto Gratiolo, sichè non ne pare de mandargli alcuno altro per lo presente. Bene ve confortiamo che vuy vogliati stare attenti, vigile e solliciti in modo che per mala guardia ala dicta cità non possa intervenire veruno mancamento dal canto delli inimici, chè delli facti del dicto Gratiolo, como è dicto, non è da dubitare, pur stati sempre con l'ochio al panello, et como vedeti le cose dellà passano prosperamente, ogni dì sonno per passare de bene in meglio per ogni respecto et questo lo vederiti per effecto. Data ut supra.
Leonardus.
Iohannes.
In testa alla carta 490v: die xxiii iulii 1453.