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2285. Francesco Sforza a Luchina dal Verme (1453 luglio 23 "apud Gaydum").

Francesco Sforza dice a Luchina dal Verme di non capire perchč, dopo tante pressioni a lei e a Filippo, non ha ancora pagato nč i soldati dello Sforza e nč i suoi. Se non si deciderą ad accontentarli, li lascerą liberi e verranno, come le dirą il famiglio ducale Bertoluccio da Gubbio, a " pagarse da per loro de quello che porano havere".

[ 493r] Magnifice domine Luchine de Verme.
Dali nostri soldati havemo havute molte querelle che non poreno essere satisfacti de quello restano havere dele taxe et logiamenti loro, et medesma lamenta havimo havuto dalli vostri soldati, de che ne maravigliamo et dolemo havendovene scripto et facto dire tante volte, et cosģ strectamente dictone ad messer Filippo, nč sapemo deinde proceda che ad questo faciati tanta renitentia, unde per questa ve replicamo debiate provedere che dicti soldati siano pagati dele taxe loro, aciņ se possano substentare in campo.
Quando per questa vuy non li provedati, ad nuy bisognarą dargli licentia vengano a pagarse da per loro de quello porano havere, et tocha ad chi voglia, como anche ve dirą per nostra parte ser Bertholuzo de Eugobio, nostro famiglio, presente exhibitore, informato dela mente nostra, al quale vogliati credere como ad nuy proprii. Data ut supra.
Zanectus.
Iohannes.