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2286. Francesco Sforza a Filippo Confalonieri (1453 luglio 23 "apud Gaydum").

Francesco Sforza si lamenta con Filippo Confalonieri che, per quante sollecitazioni abbia fatte a donna Luchina e a lui perchè ai soldati vengano dati i denari delle tasse che loro spettano, tutto è stato vano. Ha deciso di prendere un provvedimento che, come riferirà loro il suo famiglio Bertoluccio da Gubbio, soddisferà alla fine tutti i soldati.

Domino Filippo Confalonerio, militi.
Non è valuto, né vale, per quanto habiamo scripto et mandato ad dire ad madona Luchina, così per quanto tante volte habiamo dicto ad vuy, che madona Luchina et vuy vogliati provedere che li soldati siano pagati deli denari dele taxe degono havere dalli homini d'essa madona Luchina, de che ne maravigliamo et dolemo grandamente d'essa madona Luchina et de vuy per le continue lamente havemo ogni dì da questi nostri soldati degono havere dicti denari. Pertanto ve stringemo et carichamo che, havuta questa, provediati con essa madona Luchina che nuy non habiamo più ad scrivere per questo, certificandovi che, sentendone per nuy più lamenta, gle faremo tale provisione che seranno pagati et ad questo non aspectati da nuy altro, como ad bocha ve dirà per nostra parte ser Bertholuzo de Eugobio, nostro famiglio, presente exhibitore, al quale crederiti como ad nuy proprii. Data ut supra.
Zanectus.
Iohannes.