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2287. Francesco Sforza a Gracino da Pescarolo e a Zanino de Barbatis (1453 luglio 23 "apud Gaydum").

Francesco Sforza scrive a Gracino da Pescarolo e a Zanino de Barbatis di aver appreso con molto dispiacere, considerata la "necessità extrema" in cui egli si trova, il modo con cui quei cittadini hanno messo insieme quei danari. Vuole che Zanino gli porti subito i tremila ducati e almeno lui procuri di ritrovarne degli altri. Lo avvisi del giorno in cui sarà a Cremona.

[ 493v] Gracino de Piscarolo et Zanino de Barbatis.
Havemo inteso quanto scriveti della varietà hanno usato quelli citadini circa la recuperatione de quelli dinari: dicemo che rencresce grandissimamente, considerato la necessità extrema in che se trovamo. Et pertanto, vogli ti, Zanino, venire subito con quelli tria millia ducati. Saltim te, Zanino, attendi a recuperare l'altri. Et considerato che non poria essere de magiore importantia questa cosa, maxime che de hora in hora havimo aspectato questi dinari. Pertanto vogliate postponere ogni altra cosa et provedere con ogni celerità possibile che voluntarie ti, Zanino, senza dillatione alcuna, venghe via cum dicti trea millia ducati, avisandone del recipimento de questa et chiaramente el dì che porrai zonzere a Cremona. Data ut supra.
Marcus.
Cichus.