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2292. Francesco Sforza al podestà di Mileto (1453 luglio 26 "apud Gaydum").

Francesco Sforza esprime al podestà di Mileto il suo disappunto perchè i famigli di Raboto hanno fatto giustizia da loro prendendo dei beni da quelli del defunto Luigino. Ciò tanto più gli spiace, perchè ora voleva favorire i parenti di Luigino più di quello che non ha fatto quando lui era vivo. Impone a coloro che hanno sottratto i beni del defunto Luigino, di restituirli. Se Raboto pretende di avere qualcosa, la chieda : gli ufficiali ducali ci sono appunto perchè giustizia si faccia.

Potestati Meleti.
Intendemo che li famigli de Rabotto hanno facto certa novità contra li beni del spectabile quondam messer Aluysino, del che ne maravigliamo et rencresce, perché non volemo che Rabotto, né niuno altro se facia rasone de facto per luy, et maxime contra li beni del spectabile quondam messer Aluysino, perché adeso volemo molto più favorire li suoi che quando l'era vivo, perché alhora gli posseva favorire luy. Pertanto volimo che, recevuta questa, faci che quello li dicti de Rabotto hanno tolto a quello del dicto quondam domino Aluysino, gli lo restituiscano integramente et poi, se Rabotto debba havere niente, domanda che non se gli mancharà de rasone, et volemo che gela faci ti et non che se la facia per luy, perchè li officiali, li tenemo in le nostre terre perché faciano rasone. Data ut supra.
Marchus.
Iohannes.