Registro n. 12 precedente | 2293 di 2324 | successivo

2293. Francesco Sforza a Galeazzo Maria Visconti 1453 luglio 26 ("apud Gaydum").

Francesco Sforza scrive al figlio conte Galeazzo Maria Visconti di non avergli detto di portarsi al campo perchè non stava del tutto bene, ma vuole che ora, che è convalescente, può incominciare a prepararsi, ma obbedendo sempre ai medici, il che gli consentirà di partire prima. Gli ricorda di portare con lui i suoi migliori levrieri per farli correre per le campagne che son piene di lepri e di caprioli e così si vedrà quali levrieri sono migliori, i suoi o quelli di là.

Illustri et inclito filio nostro dilectissimo Galeazmarie Vicecomiti, et comite, et cetera.
Non te havemo scripto a questi dì passati alcuna cosa del tuo venire qua in campo da noi, perché tu te hai sentito uno pocho de male che troppo ne rencresceva, ma siando nuy avisati che per la Dio gratia, tu è liberato et reducto a bona convalescenza, dicemo che a nuy pare e volemo che tu comenci a metterte in poncto per venirtene via, et per potere piutosto essere al tuto libero e galiardo, volimo che sopra ogni cosa tu sii obediente ali medici, che serà cagione de farte venire più presto. Ma recordate per ogni modo, quando tu doverai venire, de menare deli megliori levreri che tu habii per fare correre in su queste campagne, che sono piene de levori e caprioli e vorimo provare quali levreri corerano più, o li toy o li nostri de qua. Data ut supra, die xxvi iulii 1453.
Ser Iacobus.
Iohannes.