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2304. Francesco Sforza a Luchina dal Verme (1453 luglio 28 "apud Gaydum").

Francesco Sforza, siccome re Renato sarą a giorni nel Genovese per poi andare nel Monferrato per sistemare le cose di lą e di qua, dovendo, come da promessa fattagli, essere pronti sia i soldati sforzeschi che quelli di Luchina dal Verme, sollecita detta contessa a soddisfare Pietro Antonio Confalonieri e i suoi uomini, in modo dhe siano disposti a fare quello che comanderą il sovrano.

Magnifice domine Luchine de Verme.
Perchč ala receputa de questa, la maestą del re Renato, como havemo giara informatione, serą giuncta in Genovese e prestissimo se condurą in Monteferrato per conzare le cose delą et per consequenter quelle de qua, et deliberando nuy, como havemo promisso, che tute le nostre gente dal canto delą et eciamdio le vostre, siano in puncto e se uniscano e faciano quanto gli comandarą la maestą soa, ne siamo maravigliati che, segondo l'ordine presi con li vostri, non siano spazate le vostre gente.
Pertanto, attenduta la importantia de questa facenda, ve confortiamo e carichamo quanto pił [ 497v] possemo che subito, senza altra demora, voliate spazare e Petro Antonio Confanonero e tute le altre vostre gente e tractarli cosģ nel facto dela prestanza, como del subsidio, como havemo nuy facto li nostri, et tractarli per modo et forma che possano servire bene e siano apparecchiati a fare quanto gli comandarą la prefata maestą del re, perché altramente ne seguiria mancamento et vergogna, non attendendo quanto gle havemo promesso in darle quelle gente in compagnia et a soa obedientia. Sichč iterato ve carchamo a far presto et dare tal modo et forma che infra el termine de sei dģ siano spazati, referendone postmodum dela receputa dela presente et qualiter fecerit in premissis. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.