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2310. Francesco Sforza a Bolognino de Attendoli (1453 luglio 29 "apud Gaydum").

Francesco Sforza si compiace con Bolognino de Attendoli per l'esito dell'indagine commissionata al referendario di Pavia, in assenza del proprio podestà, indagine fatta lì in castello sul detenuto delle Giarole. Siccome la procedura comporta che intervenga il podestà, chiede al Bolognino di lasciarlo entrare nel castello con i suoi ufficiali per la prosecuzione degli atti giudiziari fino alla sentenza

[ 499r] Magnifico Bolognino de Attendolis.
A questi dì passati per l'absentia del nostro podestà lì in Pavia, fussemo contenti e facessemo commissione al referendario che facesse lo examine et processo de quello dele Girole sustenuto lì in Castelo, et così scrisemo a te che gli dovisse dare l'adito e lassarlo intrare in lo castello per fare dicto examine et così de quanto s'è facto (a), se rendemo molto contenti. Ma considerando pur che tal officio è proprio del podestà, havemo scripto al dicto referendario che consigni ogni processo et informatione sopra ciò al podestà, al quale itidem havemo scripto che procedi e facia ragione usque ad sententiam inclusive, et perché meglio se possa fare, volimo che lassi intrare dicto podestà et soi officiali per exequire tale materia. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) facto ripetuto.