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2312. Francesco Sforza al podestà di Pavia (1453 luglio 30 "apud Gaydum").

Francesco Sforza, precisato al podestà di Pavia quanto dei preliminari processuali contro gli uomini dalla Girola, imputati di tradimento, fu, in sua assenza, espletato, per incarico ducale, dal referendario. Il duca vuole che, trasmessigli gli atti delle indagini pregresse, si assuma, come da competenza, l'onere della prosecuzione del processo fino alla esecuzione della sentenza.

[ 499v] Potestati nostro Papie.
Como doveti accordarve a questi dì retrovandove voi qua presso a noi, ve commettessemo lo examine de quelli dalle Girole, imputati de tratato, ma perché la cosa importava pur presteza asai, per dubio ch'el male non havesse più longhe le radice et retrovandove voi absente del'officio vostro, fo dato el caricho al referendario lì de tale examine cum deliberatione perhò ch'el processo et executione dela sententia se facesse per lo officio vostro, al quale meritamente aspecta, et cossì scrivemo al dicto referendario che facia dare el processo superinde et ogni altra informatione ch'el habia, et similiter scrivemo al conte Bolognino che ve facia commoditate de andare in castello per parlare et examinare cum quello sustenuto dale Girole. Sichè, segondo le imputatione et processo fato et che parirà de fare, farite ragione usque ad sententiam inclusive. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.