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232. Francesco Sforza ad Angelello da Lavello 1452 febbraio 26 Milano.

Francesco Sforza sollecita Angelello da Lavello a intervenire presso i suoi per evitare le lagnanze del luogotenente e governatore di Vercelli per i continui eccessi e furti dei suoi ai danni di quei di Castelnovetto. Li induca a restituire quanto preso e ad astenersi da simili comportamenti; gli chiede di mandare uno dei suoi dal governatore di Vercelli con le lettere.

Angilello de Lavello.
Tu vederai per la inclusa lettera quanto ne scrive el locotenente et gubernatore de Vercelli deli excessi, robarie et deshonestade usano li toi ali homini de Castelnoveto, advisandote però che queste non sonno le prime lamenta che habiamo deli toi. Et perciò ne pareria che tu gli devesse remediare altramente che tu non fai per lo nostro honore et tuo, et non credere che lo vogliamo comportare; et non gli remediando tu, gli remediarimo noi. Tu farai adunca bene ad remediarli et fare restituire le cose tolte et admonire li toi che se astengano da tanti excessi; et falo in modo che più non ne sentiamo novella. Mediolani, xxvi februarii 1452.
Iacobus.
Cichus.
Post scripta. Volimo, si tu hai cara la gratia nostra, che tu mandi uno deli toi ad Vercelli cum le alligate lettere et intendersi cum quello gubernatore in modo che più non ne sentiamo novella.