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262. Francesco Sforza al podestà Giovanni Giorgio Lampugnani 1452 marzo 2 Milano.

Francesco Sforza vuole che Giovanni Giorgio Lampugnani, podestà di Casalpusterlengo, accertata la realtà delle cose, costringa Comino Barbero a rendere la vela smarrita e che lui ha a Giacomino Basso, navarolo di Piacenza, o a pagarne il valore.

[ 52r] Iohanni Georgio da Lampugnano, potestati Casalis Pusterlenghi.
Ne ha facto significare maystro Iacopino Basso, navarolo da Piasenza, che havendo luy perduta una soa vela da nave, trova che la è pervenuta in Comino Barbero, habitatore in quella terra, et proinde domanda la restitutione o la valuta d'essa, como a noi pare ragionevole et iusto. Per la qual cosa volimo et ve commectimo che, havuta informatione che cossì sia, astrenzati per ogni remedio de ragione, etiam personaliter, el dicto Comino ad restituirli la dicta vela o el valore, procedendo etiam a quella punitione che vi paresse portare la iustitia. Mediolani, ii martii 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.