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266. Francesco Sforza al podestà di Salle 1452 marzo 3 Milano.

Francesco Sforza, saputo che in occasione della riunione dei suoi uomini per certi affari furono suonate le campane a martello, scrive al podestà di Salle chiedendo che ciò non si ripeta.

Potestati Salarum.
Per lettere del tuo vicario havimo inteso cum singulare dispiacere che a questi dì passati, essendo l'homini de quella nostra terra congregati asieme per certe loro facende fu solata la campana al'arme, che fu acto temerario, scandaloso, digno non de piccola punitione per dare exemplo che un'altra fiada non se corra cossì ligeramente ad incitare la brigata cum campana da martello; ma più, considerato che non è seguito scandalo veruno et anche perché credimo non fusse facto malitiosamente, non volimo che tu ne fazi altra punitione et per questa fiada sia remessa ogni colpa et pena potesse meritatamente venire ali colpevoli, facendo admonire ogni homo che da mo' inanzi non se lassino in simili errori facilmente incorrere. Mediolani, iii martii 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.