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274. Francesco Sforza al vescovo di Lodi 1452 marzo 3 Milano.

Francesco Sforza comunica al vescovo di Lodi le nuove lamentele dei nobili e uomini di Maledo per la mancanza delle officiature ecclesiastiche per la preferenza accordata a prete Bertolino a danno di don Mazero, cui il duca vuole sia concesso il pieno possesso della chiesa, facendo riportare paramenti e scritture trafugate da prete Bertolino. Chiede che alla chiesa e a don Mazero venga lasciato il canonicato.

Reverendo domino episcopo Laudensi.
Havimo novamente recevuta littera dali nobili et homeni de Maledo per la quale se gravano et dolono che non possono havere el commode de batizare et sepellire li morti et conseguire le messe, officii et sacramenti dela chiesia per li favori quali dala signoria vostra à prete Bartholino contra don Mazeo, quale continuamente è astrecto andare de qua e de là per questa casone, dela qual cosa [ 54r] ce maravigliamo et tanto più che intendimo la signoria vostra vole torre a quella ecclesia el terreno et paramenti d'essa.
Et perché questa cosa non ne pare né honesta né conveniente, confortiamo et pregamo vostra signoria non voglia lassare dare impazo né molestia alcuna ad esso don Mazeo, immo lassarlo alla possessione dela dicta chiesia quietemente aciò possa exercire li divini officii et non favorezare contra de luy el dicto prete Bartholino, perché como sapeti nostra intentione è che non gli stia, et quando gli vada gli farimo venire voglia de partirse. Voglia etiandio fare relaxare ala chiesia el terreno et paramenti soi, como è debito, et similmente le scripture et altre cose che ha portate via lo dicto prete Bartholino. Appresso vogli provedere che la possessione del canonicato sia lassata ad esso don Mazero et ala chiesia facendo luy il debito, perché altramente luy non gli poteria stare. Mediolani, iii martii 1452.
Irius.
Cichus.