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324. Francesco Sforza al vescovo e al clero di Lodi (1452 marzo 15) Milano.

Francesco Sforza manifesta al vescovo e al clero di Lodi il suo disappunto per non aver ancora provveduto al pagamento del contributo di duecento ducati d'oro; vi provvedano al più presto.

Reverendo in Christo patre et venerabilibus dominis episcopo et toti clero Laudensibus nobis dilectis.
Benché per altre nostre vi habiamo scritto et factovi instantia che dovesti mettere modo ad retrare quelli ducati cc d'oro che vi habiamo rechisti per la subvencione, nondimeno fin a qui non intendiamo li habiati facto altra provisione, et parne che in questo se proceda molto lentamente; del che ne maravegliamo et non possiamo fare che non se dogliamo dele reverentie vostre che, havendovi usato humanità et reducti ad quella summa che, ceteris paribus, sete in megliore grado che veruno chierigato del dominio nostro dovevate pigliare altro partite. Per la qual cosa di novo confortiamo la reverentia vostra stringendo et carichando che subito vogliate provedere per modo et forma che se possiamo valere deli dicti ducati cc; et in questo non vogliate fare più difficultà o exceptione, sed (con)siderate el bene nostro, avisandovi ch'el bisognio nostro non pò patire più dimora; altrimenti facendo, nuy se atrovaremo malcontenti di facti vostri. Mediolani, die suprascripto.
Cichus.