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332. Francesco Sforza ai membri del clero pavese 1452 marzo 18 Milano.

Francesco Sforza scrive ai membri del clero pavese dicendosi stupito che, pur avendo ridotto il loro contributo a settecento ducati d'oro, non si siano curati di raccogliere tale somma, di cui vuole potere disporre entro otto o dieci giorni, pena di esigere la primitiva somma loro assegnata.

Dominis de clero Papiensi, tam exempto quam non exempto.
Per li vostri messi quali fuereno qua da noi dovete havere inteso la dispositione nostra circa la subventione per noi rechiesta ad tutto quello chierigato, la quale habiamo modificato et reducto ad la summa de ducati dcc d'oro et parne havervi usato humanità assai, che, ceteris paribus, sete in megliore grado che veruno altro chierigato del dominio nostro; fin a qui non intendiamo che habiate misso altro modo ad retrare dicti denari; del che molto ne meravigliamo. Pertanto vi [ 64r] confortiamo, stringimo et carichiamo che subito, veduta la presente, debiate prendere partito ad recuperare dicti ducati dcc d'oro secundo l'accordio havete facto fra voy, per forma che li habiamo infra octo o deci dì al più tardi perché el bisognio nostro non pò patire più dimora. Et qui non sii discrepantia fra voi nì mancamento alcuno per quanto havete cara la gratia nostra; altramente non seriamo ben contenti de voy et ce dareste materia de stare sula prima rechiesta. Mediolani, 18 martii 1452.
Cichus.