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357. Francesco Sforza a Ventura de Montesicardo 1452 marzo 25 Milano.

Francesco Sforza vuole che Ventura de Montesicardo dia a Pietro da Norcia,che gli subentra, ogni informazione sui lavori fatti e di ogni pratica avviata con quelli di là dall'Adda e della natura della gente del posto. Richiesto dell'ammontare del suo salario, risponda a Pietro che era di quaranta fiorini e che in più ne percepiva, non per provisione, altri dieci.

Ser Venture de Montesicardo.
Ser Ventura, come tu haveray inteso, nuy mandiamo lì in tuo loco messer Petro da Norsa; et perché el è necessario inanzi te (a) parti (b) da Lode tu daghi piena informatione al dicto messer Petro dele conditione et governo de quella terra, volemo et te carricamo che ad esso domino Petro daghi, inanzi la toa partita, ogni informatione opportuna, sì deli lavorerii del revellino et deli altri nostri lavorerii che facimo fare in quella terra, sì d'ogni pratica tu havesse con quelli dellà d'Adda, come etiandio dele conditione et nature deli homini d'essa terra, siché, da poy la (c) toa partita, el resti appieno instruito et informato de tute queste cose. Appresso se caso fusse ch'el dicto domino Petro te (d) domandasse dela quantità et numero del denaro del salario che tu hay havuto, volemo tu li debbi dire che non hay may havuto altro che xl fiorini a soldi xxxii per uno; et s'el te domandasse ancora che tu havevi x altri fiorini più, tu li poray respondere ch'el è vero che tu hay havuto questi x fiorini, non in nome de provisione, ma per altri liciti et boni respecti. Data Mediolani, die xxv martii 1452.
Iohannes.

(a) te in interlinea su ve depennato.
(b) In A partiate con ate finale depennato.
(c) Segue soa depennato.
(d) te in interlinea su ve depennato.