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378. Francesco Sforza a Giovanni, vescovo di Pavia 1452 marzo 30 Milano.

Francesco Sforza informa Giovanni, vescovo di Pavia, delle lamentele di Antonio da Pistoia, segretario del cardinale e suo vicario per l'abbazia di Cerreto lodigiano, per le carenze del monastero pavese di San Bernardo, per i mancamenti della badessa e per Bencio da Parma, entrambi degni di punizione. Gli chiede poi di intervenire per la scomunica data a Cristoforo Toscano, economo ducale, su suggerimento di qualcuno del clero contrario alla sovvenzione.

[ 84r] Reverendo domino Iohanni episcopo Papiensi.
Perché misser Antonio da Pistoia, secretario del reverendissimo monsignore cardinale vicecancellero et suo vicario per l'abbadia de Cerredo de Lodesana, ce ha exposto cum querela como in la visitatione che ha facta novamente in el munistero de San Bernardo in quella nostra città sottoposto ala dicta (a) abatia, ha trovato certi manchamenti dela abbadessa del dicto monasterio et de uno miser Bencio da Parma per li quali li pare che l'uno e l'altro meriti non piccola punitione; la qual cosa a noy è stata molto molesta et odiosa che simili delitti se commectino in quella nostra predicta città et se cossì è, ad noy etiam pare non debiano passare impuniti. Pertanto confortiamo et carichamo la paternità vostra che dele predicte cose vogli haverne bona informatione et subito advisarne per vostre lettere cum lo parere vostro sopra ciò.
Ceterum, perché intendiamo che quello chericato, o alcuni de loro, sono stati casone de fare excomunicare Christoforo Toscano, nostro iconimo lì, et questo è proceduto per lo officio che luy fa per li denari dela subventione, il che n'è stato multo in dispiacere, etiam carichamo la prefata reverenda paternità vostra che la voglia provedere ch'el dicto iconimo sia tracto d'essa excomunicatione per ogni modo perché non è nostra intentione che li officiali nostri siano dispregiati in questa forma. Mediolani, xxx martii, 1452.
Christoforo Cambiago.
Iohannes.

(a) alla dicta in interlinea su a quella depennato.