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399. Francesco Sforza al podestà, al referendario e a Gracino da Pescarolo 1452 aprile 4 Milano.

Francesco Sforza ricorda al podestà, al referendario e a Gracino da Pescarolo, che pur avendo concesso in passato a Niccolino Culione una lettera con cui poteva costringere i debitori al pagamento, non ha voluto servirsene. Vuole che ora essi intervengano perché detto Niccolino possa conseguire dagli eredi di Gracino da Binasco i crediti che vantava.

[ 90v] Potestati et referendario ac Gracino de Piscarolo.
Concedessemo altre fiade a Nicolino Culione lettera de potere astrenzere soi debitori et luy non l'ha voluta usare senza nostra licentia, di che merita commendatione et laude. Et perché recorda che miser Gracino da Binasco era suo debitore de bona quantità de denari, et per consequente soi figlioli et heredi restono debitori, et ne pare conveniente che li siamo favorevoli a rasone, pertanto vi commectiamo et volimo che, con quelli modi et vie che vi parirano expediente, provedati che esso Nicolino consegua el debito suo da essi heredi de miser Gracino; del che, dice, ti, Gracino, essere informato. Et in questo deportatevi in modo che esso Nicolino non se possa lamentare. Mediolani, iiii aprilis 1452.
Irius.
Cichus.