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416. Francesco Sforza al capitano di Lomellina 1452 aprile 12 Milano.

Francesco Sforza, viste le difficoltà di Antonio Guidobono nel farsi dare da alcuni fittavoli di San Giorgio quanto dovuto per un mulino a Lomello, vuole che il capitano della Lomellina prenda detti debitori e li affidi al podestà di Pavia perché, secondo gli statuti, si faccia giustizia.

[ 94r] Capitaneo Lomelline.
Antonio Guidobono, nostro secretario, ha alchuni soi fittabili in Sanzorzo de uno molino che ha in Lomello, dali quali debe havere una bona somma de victualie per ficto non pagato del tempo passato, dali quali non pò conseguire el debito: immo non trova el modo de potere fare tanta executione che voglino pagare nonobstante che habia opportuna licentia concessa per lo potestà nostro de Pavia de poterli gravare, pegnorare et destenere, secundo la forma de statuti dela prefata cità; et questo procede per la soa continua absentia perché non pò attendere ad scoderli et sollicitare, et li soi menano per straze. Il che n'è tanto molesto quanto dire potessimo, né vorressimo che rasone manchasse ad alcuno, maiormente al dicto Antonio, quale continuamente adoperamo in nostre ardue fazende. Pertanto volimo che, veduta la presente, te ingegni de havere in toa forza ogni debitore d'esso Antonio et segurtà soa nominati in la licentia ha dal dicto potestate quale gli faza rasone secundo la forma de statuti de Pavia. Et circa ciò usa ogni toa diligentia non altramente come se noi dessimo havere dicti denari; et fa in modo che esso Antonio non habia più ad lamentarse deli decti debitori. Mediolani, xii aprelis 1452.
Irius.
Cichus.