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423. Francesco Sforza al vice podestà di Arena e ai suoi ufficiali 1452 aprile 13 Milano.

Francesco Sforza dice al vice podestà e ai suoi ufficiali di aver ricevuto da Niccolò Fulgineo i nomii degli autori del furto a prete Giovanni dalla Mania e a suo fratello. Vuole che a ognuno, nominato nella lettera, sia tolto un ronzino che non sarà restituito se non a soddisfazione dei derubati. Qualora il fatto si ripetesse, la forca spetterà i colpevoli.

[ 95v] Vice potestati Arene ac officialibus potestatis.
Dilecte noster, havemo inteso quanto tu, Nicolò, ne hai scricto alle nostre, respondendo circha lo facto della robbaria facta ad uno prete Zuhanne de Lamania et suo fratello; al che mo' respondendo, perché essa robaria l'avemo exosa et molestissima et deliberamo non lassarla impunita, ve cometiamo et volemo che, havendo tucti dui intelligentia, inseme debbiate torre a zascheuno delli homini d'arme, nominati in la lettera de ti, Nicolò, uno rozino per uno quali ponerete in locho idoneo ad nome del dicto prete et suo fratello per finchè ipsi homini d'arme l'abbiano acordati et facti contenti. Et vogliamo proinde che dicate alli dicti homini d'arme che, per questa volta, non dicimo altro; ma se un'altra volta sentiremo tale lamenta, mandaremo subito a farli prendere et farli appichare loro e li famigli senza alcuna remissione, non diferendo dalla receuta de questa azoché più non habiamo a sentire tale lamenta. Data Mediolani, die xiii aprilis 1452.
Irius.
Cichus.