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435. Francesco Sforza al luogotenente di Lodi 1452 aprile 14 Milano.

Francesco Sforza ribadisce al luogotenente di Lodi quanto già detto agli ambasciatori della città circa la spesa del carreggio per il castello di Milano corrisposta da tutte le comunità. Perché San Colombano, Sant'Angelo, Casalpusterlengo e la Somaglia potrebbero contestare di contribuire con Lodi, vuole che si faccia il compartito di dette località infeudate e separate e avvisarle della quota loro. Circa i legnami per i sandoni, trattasi di spesa leggera; gli mandi poi l'elenco di quanti rifiutano di fare la guardia. A proposito degli appestati vuole si mandino fuori città. Per quanto detto da Giovanni Ramondino da Vela sul compartito, vuole si faccia la lista.

[ 97v] Domino locuntenenti Laude.
Veduto quello ne havite scripto per una vostra data a xii del presente et ne hano dicto li ambasiatori de quella communità, quantuncha habiamo resposto a loro quanto bisogna circa tucte le parte, non di meno per mazore informatione vostra ve advisarimo anchora voy; et primo ala parte deli carrezi, deliberamo et volimo che quella communità et le terre et ville del vescovato, cossì exempte como non exempte, contribuiscano al pagare li trenta ducati el mese per li carrezi del castello de Milano, el quale carico non gli debbe parere grave perché tucte l'altre città nostre el pagano, et anche considerato che quando gli dasessimo graveza de tre carre per condure in campo, como forse gli toccariano, gli faria molto mazore graveza. Ma perché San Columbano, Sancto Angilo, Casalpusterlengo et la Somaglia poteriano dire non volere contribuire cum la città per essere separati da essa, volimo fazati el compartito de quello tocca aIe dicte terre infeudate et separate et poi le advisati che vengano ad pagare la rata soa, et in questo modo non poterano dire de pagare cum la città. Ala parte de lignami de sandoni dicemo che le terre et ville del vescovato debiano havere il carico de questa spesa, quale sarà però ligera, perché non haverano si non a tagliare et condure e ligname ala riva ordinata et lì resecarlo, perché tucte l'altre spese farimo fare noy, nè volimo che quella communità de questo habia carico alcuno. Et cossì havimo resposto ali decti ambasiatori. Circa el facto dele guardie, vogliatine advisare chi sono quelli non vogliono fare le dicte guardie et mandarneli scripti in una vostra lista, perché provederimo noy. Et perché ne scrivite deli cittadini quali hano la peste in casa, el nostro parere è che siano cazati et mandati tucti de fora in qualche bono loco per bene de tucta la città; lodiamo bene però ch'el se lassi qualchuno in casa aciochè li cittadini non siano robati. De quello ne scrivite per un'altra vostra haverve dicto Zohanne Ramondino da Vela, havemo bene inteso et non ce accade altra resposta; et del dicto compartito volimo ne fazati voi una lista quale parà non essere facta là, ma mandata da qui. Mediolani, xiiii aprilis 1452.
Irius.
Cichus.