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50. Francesco Sforza al provveditore di Ripalta 1452 gennaio 8 Lodi.

Francesco Sforza assicura il provveditore di Ripalta che intende punire gli autori del furto fatto ai sudditi di Venezia. Non avendo modo di individuare detti autori, gli chiede, per poterli cattuare, di mandare qualchuno informato del fatto che possa offrire qualche indizio

[ 10v] Provixori Rippalte.
Havimo recevuta una vostra lettera et inteso quello ne scriveti de quelli che sono stati robati dali nostri, segondo vuy ne scriveti; dicimo che simili acti ne dispiaceno assay. Et perché vuy non ne scriveti né dati iudicio alcuno quali siano stati quelli delli nostri che habiano facto tale robbarie, non sappemo quello dire se non che mandiati qui ad noy qualchuno che ne sappia dare qualche iudicio et cognicione de alchuno de questi tali aptori perché, sappiandone pur qualche cosa del certo, providerimo in modo che alli dicti vostri sarà restituito integralmente ogni cosa ad loro tolta; ma non sappiando aliter li aptori, non saperessimo quello li fare, avisando che ad noy sarà carissimo trovare dicti aptori perché nostra intencione è che li subditi et homini della signoria de Venetia in lo nostro territorio et dominio siano ben veduti et tractati dali nostri; siché quello havereti ad mandare qui ad noy fati sia ben informato de questa facenda et che dica el vero. Laude, viii ianuarii 1452.
Cichus.
A margine: Pro depredatis a gentibus domini.