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504. Francesco Sforza al podestà e ai presidenti agli affari di Pavia 1452 aprile 27 Milano.

Francesco Sforza ribadisce al podestà e ai presidenti agli affari di Pavia l'ordine di cessare dal far molestare con lancio di pietre e inibizione di alimenti, l'ebreo Manno, ma di rispettare i capitoli e le convenzioni a lui concesse. Vuole poi che siano restituiti a Moises i denari.

Potestati et presidentibus negociis Papie.
Dixemo a questi dì passati ali vostri ambasiatori la voluntà nostra circa el facto de Manno hebreo, habitatore de quella nostra città, et anche ve scripsemo che a noy pareva et volevamo al tucto, per observantia deli capituli et conventione a luy concesse, gli fidesseno revocate ogni novità contra luy et li soy facte. Et perchè novamente havimo havuto lamenta dal dicto Manno che non solum non gli sono revocate le novità, ma per vie indirecte gli sono facti molti altri rincrescimenti in farli gittare le pretre per li putti et inhibire li elimentì, per certo ne siamo molto miravigliati et ne pare poco honesta, maxime del vicario de ti, potestà, che se faza cossì difficile ad observare le nostre lettere. Pertanto vi replicamo che omnino, et senza altra replicatione de nostre lettere, che gli debiati revocare tucte le novitate, per qual modo se voglia, contra luy et li soy facte et lassarlo in quello stato et grado ch'el era tri mesi passati et hoc durante el termino deli soi capituli et conventione, facendo restituire li dinari ad Moises, li quali gli forono tolti in queste novitate facte al dicto Manno. Mediolani, xxvii aprilis 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.