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518. Francesco Sforza al luotenente e al referendario di Lodi 1452 aprile 30 Milano.

Francesco Sforza scrive al luotenente e al referendario di Lodi sui lavori del ponte dell'Adda e sulla spesa per la torre. Comunica che per il momento non intende innovare niente nelle terre dei Veneziani. Vuole che i beni ducali siano trovati in ordine da fra' Zanino in modo che alla sua venuta possa fare quanto gli imporrà.

Domino locumtenenti et referendario civitatis Laude.
Inteso quanto ti, luocotenente, ne hay scripto, te respondemo che la intrata del ponte de Adda è de Francesco Gentile, ma s'è de torelo integramente et dal quello integramente s'è a conciare el ponte et farli le cosse necessarie et opportune, como ti, referendario, sey informato pienamente, né de ciò bisogna lettere né sottoscriptione nostre altramente et deve pigIare cura et solicitudine. Del facto della torre, non credemo che quella spesa ne scrive monte tanto né ascenda ad quella quantità se contene nelle letere et cedula ne hay mandata.
Ad remettere la pratica dei nostri nelle terre dei Venetiani et de queli nelle nostre, dicemo non volemo removere né innovare (a) et inibire niente per adesso in questo; sichè lasseray stare pur così senza innovare altramente. I nostri beni se poterano operare finchè fra' Zanino venerà là per essi, ma vorramo ad quello tempo lo trovasse in ordine et potesseli conduere et far quanto gli imponeremo de essi beni. Mediolani, ultimo aprilis 1452.
Ser Facinus.
Cichus.

(a) Segue la pratica depennato.