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549. Francesco Sforza al vescovo e al clero pavese 1452 maggio 3 Milano.

Francesco Sforza, sentito l'abbate di Lardirago e prete Martino, precisa al vescovo e al clero pavese, esenti, quelli che hanno pagato l'annata o fatto sovvenzioni, come l'abbate di San Lanfranco. Quanto ai Ferreri di San Giovanni se risulta che sono soliti contribuire ai carichi del clero, contribuiscano pure adesso. Per quelli di Mortara, soliti pagare, facciano come pare, ma che non si ponga ulteriore indugio. Accontentino Paolo, perchè ha da cavalcare.

[ 125v] Domino episcopo et clero Papiensi.
Inteso quanto ne ha exposto miser l'abbate da Lardirago et prete Iohanne Martino per parte de quello chiericato, dicemo et dechiaramo che nostra intentione non fu né he che queli hano pagato l'annata ho facto nova subventione ad nuy siano taxati in questo presente chierico de dicti ducati, et però se maraveglamo che habbiate taxato miser l'abbate de San Lanfranco, dal quale in questo anno passato havessemo certa subventione, che non è né honesto né rasonevole. Pertanto quella taxa he stata data a luy, distribuitela et fatella distribuire tra tuto quello chiericato et non gli dati nova graveza.
Apresso, circa la parte de quelli Ferreri de San Giovane, nonobstante certa informatione havuta dali predicti miser l'abbate et prete Martino, siamo contenti, per più iustificatione, ve informati de novo subito et in instanti se li dicti Ferreri sonno soliti contribuire alli carighi del chiericato de Pavia per alcuno tempo, et trovando che sicomo li dicti offrivano, vogliamo sianno astreti al paghare la taxa loro; et perchè de alcuni de loro non se trova sì chiara prova che habiano per altri tempi pagati et pur pareno soliti ad eser taxati nel chierigato, quando quelli talli non monstrano gracia, exempcione o privillegio speciale, dicemo ch'el ne pare honesto (a) che loro como gli altri similiter debeno pagare; che quella rasone debbe mutare in uno che in l'altro, monstrando speciale privillegio dagli altri, volemo siano reservati et non altramente. Al facto de queli da Mortara, quando per altri carighi siano soliti de pagare, fate como pare a vuy; grato haveremo siano bene tractati et che se posano laudare de vuy. Quello medesimo dicemo de tutti li altri che sonno soliti de contribuire, che contribuiscano non obstante ogni lettera scripta in contrario. Circha mò il ritrare del dinaro, perchè el facto nostro non vole dilatione, vi confortiamo et stringemo che dagate ipso facto modo ch'el dinaro se habia et non se metta più indusia, sichè de presente se ne possiamo valere et non ve ne fatte più charicare né strenzere: facendolo ne piacerà sopra modo, non facendo vice versa ne despiacerà. Et perchè azò possiate dare più presta expeditione, volemo che in facultà della vostra paternità sia da possere deputare quale executore vi parirà che habia possanza de fare executione contra quelli sarano renitenti al pagare, et circa ciò fare quanto alla paternità vostra parirà, (b) expediendo però Paulo de presente, perchè ha ad cavalchare et provedendo che sii satisfacto dele spexe che ha facto da quelli che son debitori. Data Mediolani, die iii maii 1452.
Cichus.

(a) Segue como depennato.
(b) segue Data Mediolani, iii maii 1452. Christoforus depennato.