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639. Francesco Sforza al podestà, al referendario di Pavia e Gracino da Pescarolo 1452 maggio 25 Lodi.

Francesco Sforza, intesa la vicenda occorsa tra Antonio Preotone e Giovanni Giacomo Rizo con il ferimento di costui, informa il podestà, il referendario di Pavia e Gracino da Pescarolo di aver disposto l'invio di uno dei suoi per conoscere l'accaduto. Nel frattempo vuole che le parti, pena la confisca dei beni, desistano da ogni atto ostile.

Potestati et referendario Papie necnon Gracino de Piscarolo.
Per lettera de vuy referendario quale hersera al tardo recevessemo, havemo inteso la questione seguita fra miser Iohanne Iacomo Rizo et Antonio Preotone et la ferita ha recevuto el dicto Iohanne Iacomo, et per questa caxone li parenti del'una parte et del'altra havere tolte le arme et che dubitati non facendoglisse provisione non segua mazor scandalo; al che respondendovi dicemo ch'el ne rencresce grandemente de questo caso seguito, et maxime del male et damno ne segue in la persona d'esso domino Iohanne Iacomo. Et perchè havemo deliberato omnino mandare lì per questa casone uno deli nostri per intendere molto bene questa cosa, volemo, isto interim ch'el nostro mandato venerà, che tucti insieme debiate fare commandamento al'una et al'altra de costoro che, sotto pena dela nostra desgratia et de rebelione et confiscatione deli beni loro alla Camera nostra, non sia niuno che se debia movere ad acto alcuno contra veruno altro, chiarendo ogniuno che chi desobedirà, prima serà punito [ 145r] personalmente del fallo harà commesso, deinde se observarà contra lui et cose sue quanto è dicto de sopra. Et fatili appresso tucte quele altre provisone che ve pariranno expedienti, como quelli che seti sul facto, sichè el non possa seguire altro inconveniente se amate el bene del stato nostro. Data Laude, die xxv maii 1452.
Iohannes.