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687. Francesco Sforza ai presidenti agli affari di Pavia 1452 luglio 11 "apud Trignanum".

Francesco Sforza, richiesta la conferma di Bartolomeo da Correzzo nella referendaria della città, ribadisce ai presidenti agli affari di Pavia la sua disponibilità ad accontentarli, avvertendoli che il ricorso all'incanto degli uffici, determinato dalla volontà di autofinanziarsi, non esclude una valutazione ducale della validità della persona assegnataria.

[ 154v] Presidentibus ad negotia civitatis Papie.
Havemo recevuto la vostra lettera et inteso quanto ne scriviti in recommendatione de miser Bartholomeo de Correzzo per la confirmatione del'officio della referendaria de quella nostra cità, recordandone il grave peso de che è el dicto officio et le singulare virtù, suffitentia et laudabili portamenti d'esso misser Bartholomeo in dicto offitio et cetera, alla quale respondendo, ve dicemo che, benché nuy faciamo incantare li officii nostri, il che facemo per poterne adiutare del nostro più che possiamo in questi nostri bisogni, tamen non è nostra intentione che li officii siano dati ad chi li vole incantare, ma ad persone degne et sufficiente, maxime in quella nostra cità dove bisognano persone de auctorità et reputacione. Et così havemo scripto alli nostri Maistri dele intrate quali, licet li incantino, non deliberarano la potestaria et referendaria de quella nostra cità ad persona del mundo senza nostra licentia, et nuy compiacere ad quella nostra comunità, et anche considerata la virtù et singulare devotione et fede verso nuy et il stato nostro d'esso misser Bartholomeo, farimo sempre voluntieri cosa gli piaza. Ex campo nostro felice Apud Trignanum, die xi iulii 1452.
Zanetus.
Cichus.