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732. Francesco Sforza a Bolognino de Attendoli (1452 agosto 7 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza ripete a Bolognino de Attendoli l'ordine dato a Giacomo e a Leonardo da Parma di sistemare la bombarda a Pavia su una nave. Il duca parla della vicenda del famiglio Gallo mandato a Cassano per faccende importanti per il castellano di Sant'Angelo; trattenuto e costretto a pagare il dazio di transito, alla richiesta di una guida ebbe dal fratello del castellano villanie e percosse; perciò il duca chiede che i colpevoli siano puniti.

Bolognino de Attendolis Papie.
Dilectissime noster, havevamo commisso a Iacomo, vostro genero, et Leonardo da Parma che devesseno condure una bombarda lì da Milano et poi da lì ad Alexandria.
Adesso per bono rispecto gli scrivemo per l'aligata che quando la dicta bombarda serà lì la debiano mettere in nave et non menarla da lì fin gli scriveremo altro. Pertanto vogliati provedere che così se facia.
Appresso, mandando nuy novamente da qui a Cassano, Gallo, nostro fameglio, per cose de grandissima importantia per lo vostro castellano de Sancto Angelo, fo retenuto lì longhissimo tempo, da poy gli fu necessario pagare el datio del transito et non gli bastò questo che, rechiedendo el dicto Gallo una guida, non sollamente non gli volse esser data, immo per lo fratello del dicto castellano gli forono dicte più villanie che non se diriano ad uno asino et ulterius fo batuto et ferito in uno brazo desconzamente; la qual cosa quanto sia stata deshonesta et ne sia despiaciuta remettiamo al iuditio vostro et siamo certi ne prenderiti non minore molestia et despiacere de nuy. Et perché deliberamo non patire questa iniuria, quale reputiamo esser facta ad nuy quando è facta ad uno nostro fameglio, ve confortiamo, caricamo et strinzemo vogliati fare tale demonstracione alli dicti castellani et punirli in modo che non habiano ad gloriarse de quello hano comesso et perpetrato, immo siano exempio ad altri in lo advenire, avisandovi che la casone per la quale lo dicto Gallo andava a Cassano importava più che non fanno tri sancti angeli. Ricordandovi appreso che se vuy non ne fariti punitione, nuy non ce lo domentiaremo tuto el tempo della vita nostra, et se essi castellani volassino per la cima delli arbori vederano de farne vendeta et la faremo nuy per ogni modo, benché credimo la fareti vuy come quelli a chi despiacerà questo caso come a nuy medesimi. Data ut supra.
Irius.
Cichus.