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761. Francesco Sforza ad Alessandro Sforza (1452 agosto 11 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza fa avere al fratello Alessandro copia della lettera piena di calunnie di Matteo da Capua scritta ai provveditori del campo nemico e al governatore avuta da Firenze e da Roma. Vuole che la mostri ai condottieri, capi squadra e uomini d'arme di qualche conto. Pur avendo presso sè persone in grado di replicare, vuole che sia fatto da qualcuno dei suoi. Ha saputo che in quella sconfitta è stato catturato Bassano Cuntero, famiglio ducale, per il cui rilascio pare si voglia richiedere riscatto. Interessi di ciò il conte Carlo e se si persistesse in tale richiesta, si faccia altrettanto con gli uomini d'arme loro.

Domino Alexandro Sfortie.
Te mandamo qui inclusa la copia d'una lettera che scripse Matheo da Capual'altro dì ali proveditori del campo inimico e al gubernatore, la quale a nuy è mandata da Fiorenza et da Roma, in la quale vederay quante frappe, bosie et frasche ha scripto ad sua commendatione et a vilipendio et vergogna de tuti vuy, come perciò è suo costume; et siamo contenti la monstri ad tucti quelli conducteri, capi de squadra et homini d'arme de qualche reputatione, aciò cognoscano le cautelle che costui ha usato et l'honore gli fa. Et hariamo caro gli fosse qualche valente homo che volesse tore la impresa di farlo mentire per la golla, cum fargli l'honore meritano simili frappatori, et riprovargli ad ogni modo come ha scripto mile bosie et mile zachere, acioché cognoscal'errore suo et cercando vergognare altri rimanga luy il vergognato. Et trovandose che voglia torre la impresa, avisane subito nui nominalmente chi è quello, avisandoti che di qua ne trovamo assay che la torriano voluntera, ma ne pare più ragionevole ch'el sia uno de quelli lì, perché adosso a loro viene el manchamento.
Ulterius habiamo inteso como ad quella rocta fo preso uno nostro fameglio che guardava la nostra casa lì, che si domanda Bassano Cuntero et pare lo vogliano riscuotere; del che ne maravigliamo, et volimo scrivi una lettera al conte Carlo per parte tua, come questo è nostro fameglio et ch'el lo voglia fare liberare. Et in caso non lo fatia, volemo che accadendo se piglia homini d'arme né altri de quelli dellà, li faci tucti retenere, fina luy sia lassato. Et fa dire ali suoy che per modo alcuno non lo riscotano.
Data ut supra.
Iohannes Ghiappanus.
Cichus.