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779. Francesco Sforza a Bonifacio d'Alatro (1452 agosto 17 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza informa Bonifacio d'Alatro che, venuti da lui Tommaso del Piglia d'Alatro e altri compagni per il prigioniero che Bonifacio detiene, non s'è pronunciato intendendo rimettere ogni conclusione a quando si incontreranno con il prigioniero e il suo cavallo. Vuole dia licenza a Pazaglia di andare da Bosio, fratello del duca, per un'ambasciata affidatagli.

[ 190r] Bonifacio de Alatro.
Thomaso del Piglia d'Alatro (e altr)] toy compagni, sonno stati qui da nuy per il facto de quello presone che hay nelle mane, al che non havemo dato altra conclusione, ma bene te dicemo che nella venuta toa faray qui da nuy, como te havimo scripto che debbi venire, volemo debbi menare con ti el dicto presone e il cavallo suo perché quando seray gionto qui darimo fine et conclusione che se doverà fare del dicto presone. Ceterum havemo commesso al dicto Pazaglia ch'el debbia fare certa ambassata per nostra parte a Boso, nostro fratello et debbi remanere presso luy alcuni dì per certe nostre facende; siché volimo gli daghe licentia per tuto quello tempo haverà a stare col dicto Boso, nostro fratello, et questo non manchi per cosa del mondo. Data ut supra.
Cichus.