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803. Francesco Sforza al castellano e il podestà di San Colombano 1452 agosto 23 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza avverte il castellano e il podestà di San Colombano che Tomeyno Schiafenato si lamenta dei gravi furti di fieno e d'altro che subisce dalle genti d'arme. Vuole che intervenga per evitare ch'egli abbia ulteriormente a patire simili danni.

Castelano et potestati Sancti Columbani.
Thomeyno Schiafenato, quale ha a ficto quella posessione dela Certosa, ce fa grave lamenta dele robarie grande, quale gli fano le zente d'arme lozate in quella nostra terra nel feno et nele altre cose sue. Et perché non gli saria possibile pagare el ficto, essendoli tolte l'intrate, te comettiamo et volemo debii provedere che li dicti soldati per neuno modo non gli toglino el feno suo né l'altre cose sue, immo vadino ad sacomano per herbe et sabie oltra Lambro, et ulterius in l'altre cose habii recommendato el dicto Tomeyno, perché l'è nostro bono servitore. Ex castris nostris apud Quinzanum, die xxiii augusti 1452.
Irius.
Cichus.