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806. Francesco Sforza chiede ad Alessandro Sforza 1452 agosto 24 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza chiede al fratello Alessandro informazioni sull'amico di Castelleone e su quelli arrivati a Cerreto. A proposito di Giovanni Tedesco gli fa sapere che da quando è in guerra gli sono fuggiti uomini con denari, ma poi fatto ritorno, sono stati riaccolti e hanno riavuto, come il caso di Giovanni ritornato con Bartolomeo, il soldo. Inteso ciò il duca vuole che a Giovanni si diano il cavallo e le sue cose. Lo informa che ha notizie sul comportamento di un abbate di Lodi che trama con il nemico tramite il suo fratello, Antonio Gazolo che, fosse già al confino, lo si faccia detenere e inquisire. Avverta poi i condottieri di stare pronti e preparati.

Domino Alexandro Sfortie.
Respondendo a quanto tu ne (a) hay scripto per la toa de xxii del presente circa lo facto de quello amico da Castellione, ti havimo risposto ad pieno per un'altra nostra, como haveray veduto. Vogli intervenire et sapere la certeza de questo facto et puoy ne adviseray chiaramente del tucto, perché sapiamo quello che havimo da fare.
De quelli che sonno gionti ad Cerreto remanimo avisati; vogli advisarne se dapoy ne hay havuto altra certeza.
De Iohanne Todescho dicimo che in questo ano, da puoy che siamo in campo, maxime ne sonno fugiti homini d'arme da nuy cum dinari che gli havimo dato, et da puoy che sonno stati in lo campo de inimici, hano cercato, chi per uno modo, et chi per uno altro de retornare da nuy; et nuy ne siamo remasti contenti, et gli sonno stati de quelli che, como sonno retornati gli havimo dato un'altra volta dinari, inter li quali è stato questo Iohanne quale, essendo fugito, como tu say, ne mandò a dire che se nuy gli volevamo perdonare, ch'el tornaria. Et così havendogli perdonato, tornò insieme cum alcuni altri.
Siché se costui, contento de ritornare cum messer Bartholomeo, tornò, te mandassimo a dire per ser Andrea siamo contenti; in caso che non, nostra intentione è de non sforzarlo in questo se non quanto sia la voluntà soa [ 196v] perché non se faria per nuy, considerato che daressimo male exempio ali altri homini d'arme che havesseno voluntà de retornare da nuy. Hora intendendo tu la voluntà nostra, volimo che provedi Iohanne predicto rehabia li cavali et la roba sua.
Como ti havimo mandato a dire per Nicolò, replicamo che nuy havimo havuto informatione de certa pratica che mena uno abbate da Lode lo quale è abbate in una abbadia de Bressa lì in Lodi, et la mena per mezo de uno suo fratello chiamato Antonio Gazolo; il perché, non essendo mandato ad confine lo dicto Antonio, vogli haverlo in le mane et destinerlo, et puoy lo faray examinare; se puoy trovare cosa alcuna, in caso ch'el fose stato mandato ad confine, scrive là dove ch'el è, ch'el sia destenuto et examinato molto bene. Et de quello che trovaray, fa' che ne avisi.
Postremo como ti havimo mandato a dire per ser Andrea et Nicolò, volimo debbi solicitare tucti quelli conducteri che se spazino prestissimo de mettersi in poncto; et così faray ancora tu, et non gli perdati uno attimo di tempo, perché tu vedi quello che (h)a a dire ad metterne in ordine presto. Data in castris apud Quinzanum, die xxiiii augusti 1452.
Persanctes.
Iohannes.

(a) Segue scrivi depennato.