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820. Francesco Sforza a Mariano d'Arezzo 1452 agosto 26 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza, saputo dai condottieri Albanese, Vicino e Mariano che i soldati sono stati derubati dalla gente del posto, ordina a Mariano d'Arezzo di intervenire perché sia restituita loro ogni, minacciando che per ogni denaro tolto se ne pagheranno due.

[ 199v] Mariano de Aretio.
L'Albanese, il Vicino et Mariano, nostri conductieri, quali hano le sue stancie et robba et altre masseritie in quella nostra terra, se lamentano et gravano fortemente che per quelli nostri soldati sonno lì gli è stato tolta robba; dela qualle cossa ne siamo molto maravigliati et quasi non lo possiamo credere che debbi comportare che li dicti siano robbati. Et pertanto, perché nostra intentione è che alli dicti nostri homini d'arme sia restituito ogni cosa del suo che non li manchi uno pontale de stringa, vogliamo debbi informarte diligentemente che sonno quelli che hano havuta della robba loro et gli la faray integramente restituire, ch'el non gli mancha una paglia perché, como havemo dicto, per niente volemo comportare che li nostri siano robbati; altramente te avisamo che per ogni dinaro che haveranno tolto gli ne faremo pagare duy. Siché vogli provedere che de questo non habiamo più lamentanza né querella alcuna. Data in castris apud Quinzanum, die xxvi augusti 1452.
Zaninus.
Cichus.